Introduzione
Recenti eventi hanno tristemente evidenziato come l’Ambiente Costruito, in inglese Built Enviroment (BE), (definito come il sistema di edifici, infrastrutture, spazi aperti e utenti) sia sempre più esposto a disastri caratterizzati da un’insorgenza lenta, in inglese SLow-Onset Disaster (SLOD) e a disastri di natura improvvisa, in inglese SUdden-Onset Disaster (SUOD), mostrando purtroppo una scarsa resilienza.
L’attuale mancanza di resilienza nel BE dipende principalmente da questi fattori:
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Le strategie di mitigazione / prevenzione del rischio per le diverse SUOD si focalizzano sugli edifici senza considerare gli spazi limitrofi e di collegamento tra diversi edifici;
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Le interazioni tra gli edifici e gli spazi circostanti vengono ignorate nonostante esse possano influire fortemente sulle condizioni di sicurezza delle aree urbanizzate;
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Le strategie di mitigazione / prevenzione del rischio non considerano l’impatto della risposta e del comportamento umano;
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Caratteristiche condizioni che aumentano il rischio come affollamento e tipologia di utenti non vengono considerate;
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Cause ed effetti della combinazione tra SUOD e SLOD non vengono analizzate;
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L’attenzione che viene posta sull’insegnamento, sull’informazione e sull’educazione al rischio non è adeguata.
Per quanto riguarda le SLOD, che sono spesso di variabile intensità nel tempo, le strategie di riduzione del rischio considerano marginalmente la possibilità del BE di incrementare il proprio livello di resilienza.
Panoramica del progetto
Il progetto BE S2ECURe si pone l’obiettivo di colmare tali lacune aumentando l’integrazione tra il processo di conoscenza, valutazione e progettazione del BE in caso di rischi derivanti da SUOD e SLOD.
In questo modo BE S2ECURe svilupperà metodi, strumenti e linee guida per accrescere la resilienza del BE e proporre soluzioni efficaci per aumentare il livello di sicurezza e di percezione del rischio degli utenti che lo popolano. BE S2ECURe si concentrerà sull’interfaccia edificio-infrastruttura-spazio aperto considerando le condizioni di sovraffollamento e interpretazione del rischio.
A causa dei recenti eventi e in seguito alle attuali e future H2020 dell’UE, il progetto BE S2ECURe si concentrerà sul rischio legato ai terremoti e agli atti terroristici (SUOD) e sulle tematiche dell’inquinamento dell’aria e sull’isola di calore (SLOD), ma la sua metodologia sarà facilmente applicabile anche ad altri tipi di rischi che prendono in considerazione fattori di criticità come l’affollamento e le diverse tipologie di utenti (ad esempio sesso, età).
Un nuovo metodo olistico verrà sviluppato con un approccio multi-rischio focalizzato sul comportamento degli utenti, verrà proposta una nuova matrice di valutazione della resilienza del BE.
Ogni rischio verrà analizzato basandosi su un approccio che consideri la percezione del rischio degli utenti e di conseguenza coinvolga l’analisi comportamentale. Le tipologie di ambiente costruito (BET) saranno quindi definite in base alle condizioni che influenzano SUOD e SLOD. Saranno sviluppati strumenti e metodi per la rappresentazione delle BET in modelli estesi (basati sul BIM) e modelli rapidi (orientati alla realtà virtuale o aumentata) per consentirne il facile utilizzo in diversi casi di studio.
La metodologia BIM consentirà di raccogliere dati in modelli aggiornati, al fine di implementare i parametri di rischio e le effettive modifiche dello scenario BE da impostare nella rappresentazione VR. Quindi, tali modelli saranno combinati con la rappresentazione dei comportamenti degli utenti, modificando i simulatori esistenti sviluppati da UNIVPM (che è il ricercatore principale). Tale scelta consentirà di spostarsi verso un approccio olistico e di utilizzare strumenti orientati alla simulazione per:
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Evidenziare le principali criticità dovute a fattori comportamentali e produrre mappe combinate di rischio;
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Proporre le relative strategie di mitigazione del rischio:
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Valutare l'efficacia di tali strategie.
L'analisi quantitativa tramite gli indicatori chiave di prestazione (in inglese Key Performance Indicators KPI) sarà eseguita su ogni catastrofe per determinare specifiche condizioni di rischio. Quindi, i KPI saranno combinati per ottenere un’unica matrice di resilienza del BE, che consentirà di comprendere il livello di sicurezza e l'efficacia delle strategie combinando SUOD e SLOD. Il confronto di scenari e soluzioni porterà infine a definire le linee guida operative per un BE resiliente. Il metodo sarà quindi verificato utilizzando dei casi studio reali e simulazioni con la realtà virtuale. Verrà adottato il criterio di Ridondanza, assegnando le strategie per aumentare la sicurezza a diversi elementi del BE per garantire che almeno uno di questi sia sicuramente efficace.
I risultati e le relative attività di divulgazione aumenteranno la consapevolezza del rischio e la preparazione a diversi livelli: utenti / comunità (attivare le giuste azioni), professionisti (pianificazione di emergenza su scala edilizia), professionisti della pubblica amministrazione (pianificazione di emergenza su larga scala).